Woran liegt es, dass Ruinen des Mittelalters in Italien so oft gar nicht ruiniert wurden? Sogar San Galgano, seit über 200 Jahren ohne Dach, blieb unbehelligt. Woran liegt es, dass die Deutschen selbst historisch bedeutende Burgen wie Trifels oder die Pfalz von Ingelheim oder die Stammburg der Staufer schleiften und zu Steinbrüchen werden ließen, an denen sich die umliegenden Dörfer bedienten? Geschichtslosigkeit (und als Folge neurotischer Nationalismus) ist nicht erst seit 1918 in Deutschland ein Problem.
Castiglion Balzetti |
I
ruderi di Castiglion Balzetti (comunemente conosciuto come "Castiglion
che Dio sol sa", appellativo che descrive perfettamente il luogo in cui
sorge: selvaggio, isolato, lontano da strade, vie di comunicazione e
luoghi abitati) sono da identificarsi con il "Castellione Bencetti"
citato per la prima volta negli statuti Senesi nel 1262. Tale
denominazione deriva, con molta probabilità, dalla famiglia
aristocratica che ebbe signoria su questo territorio. Sul castello ci
sono pochissime fonti storiche disponibili, alla fine del duecento era
sotto la giurisdizione senese, come riportato in una condanna ricevuta
per non aver inviato fanti al servizio del comune.
Da
un altro documento del 1271 emerge però che Siena non inviava un
proprio rettore al castello, riconoscendo così una certa autonomia
politica e giurisdizionale ai signori locali. Già all'epoca questi
dovevano essere i Saracini, potente famiglia senese che nel 1318 risulta
comunque proprietaria della fortezza, di molte delle terre circostanti e
di un mulino ubicato non lontano, sul fiume Merse. Sia da queste poche
notizie sia dalla tipologia delle murature originarie superstiti si può
desumere che l'edificazione del castello sia avvenuta in epoca
relativamente tarda, in relazione a gli altri incastellamenti del
territorio, cioè nel corso del '200.
Sul
luogo sono presenti ruderi imponenti, il nucleo centrale della
fortificazione è intatto anche grazie a recenti parziali restauri. Il
castello è costituito da un grosso mastio rettangolare in pietra, con
finestre ad arco romanico (per la maggior parte aperte sul fronte
interno) e numerose aperture postume di varie forme riconducibili
all'uso abitativo/agrario al quale il maniero fu convertito prima del
suo abbandono, ed una bella scalinata esterna in pietra per accedere ai
piani superiori. Sono riconoscibili anche due feritoie ai lati della
postierla di accesso al piano terreno. Lungo il lato orientale
all'antica costruzione del mastio ne è addossata un'altra più recente,
che originariamente ospitava la chiesa, e una seconda con quelle che
probabilmente erano le stalle.
Una
torre di dimensioni ridotte è posta all'angolo di sud-ovest, con
all'interno il forno ed il pozzo. Gli edifici sono connessi da una
cortina muraria che delimita il cortile, sul lato meridionale si apre la
porta principale di accesso, oggi chiusa da un cancello in ferro, con
il bell'arco a tutto sesto ed i beccatelli in pietra dell'apparato a
sporgere integri. Esternamente, su tutto il fronte sud-ovest, sono ben
identificabili i resti di una seconta cinta muraria sviluppata lungo la
pendice del rilievo, probabilmente avente funzione di rivellino. A est
altre possenti muraglie racchiudono un terrapieno rettangolare al quale
si accede da una postierla, usato al tempo come piazza d'armi.
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