Povera Italia, schiacciata nella morsa tra l’Europa e
i migranti. E al suo interno un cavallo di Troia che apre le porte e i
porti per consentire l’invasione. Accompagnato da una martellante
campagna a senso unico, su tutte le ruote. È scesa in campo pure
l’artiglieria pesante dei magistrati e dei loro fiancheggiatori con una
campagna intimidatoria in cui minacciano di perseguire chi si oppone
agli sbarchi configurando reati come il sequestro di persona e perfino
di omicidio volontario nel caso qualcuno perda la vita prima di sbarcare
in Italia (come scrive ad esempio il magistrato pd Gianrico
Carofiglio). Come se i 150 migranti fermi a Catania
siano stati rapiti o portati con l’inganno dal governo italiano e poi
privati della loro libertà e costretti a stare sulla nave… L’accusato
numero uno, naturalmente, è Matteo Salvini che ha un mezzo sostegno di
Di Maio per ragioni di contratto e di opportunità politica ma poi ha
tutti gli altri contro. Sono dalla sua parte gli italiani, in
maggioranza, ma non contano nulla.
La Costituzione
è usata come un’arma, un corpo contundente per colpire l’avversario.
Viene agitata come il libretto rosso di Mao. Sarebbe facile obiettare
che la Costituzione sancisce la difesa dei confini nazionali e la tutela
dei cittadini italiani, e non prevede che si possa entrare nel nostro
paese clandestinamente, ovvero senza i requisiti legali per entrarvi. Ma
la legalità, per certi giudici come per tanti giustizialisti, va a
farsi fottere quando si tratta di migranti e di nemici politici. La
Costituzione si occupa dell’Italia, del popolo italiano e dei suoi
ordinamenti, e non del mondo intero. Gli altri paesi chiudono le
frontiere mentre se lo facciamo noi diventiamo nemici dell’umanità. Ma
noi non possiamo caricarci sulle spalle il mondo, se lo facciamo
sfasciamo l’Italia, non salviamo l’umanità.
Vedi personaggi come la Bonino,
che hanno procurato migliaia di aborti, che chiedono di denunciare
Salvini alla corte dei diritti umani. Vedi fior di canaglie, mafiosi,
cocainomani inveire insieme a preti, magistrati, sinistresi e
sindacalisti, in questa campagna terroristica per far sbarcare i
migranti in Italia senza attendere che l’Europa decida di smistarli in
più paesi. La tv manda in onda solo la voce di questi ultimi. Dall’altra
parte, il popolo italiano vede in tv queste ondate di
migranti, li vede pregare compatti sulla nave nel segno dell’Islam,
mentre vengono a chiedere salvezza al bastardo, cristiano e cinico
Occidente. Sente dai medici e dai magistrati che hanno la scabbia, sono
portatori di malattie a rischio di contagio. E sanno che quella
promiscuità, quel fetore denunciato dai visitatori, quella miseria, si
ripeterà poi nelle baraccopoli che si creeranno nelle nostre periferie.
Perché l’alternativa è:
o ce li carichiamo noi, li ospitiamo, li vestiamo e li paghiamo, oppure
quello squallore da cui provengono lo importeranno a ridosso delle
nostre città. Ma tutto questo non si può dire perché l’angoscia, la
paura, l’insicurezza ma anche la rabbia e il senso d’ingiustizia che
tutto questo produce, viene passato per le armi, è considerato come
razzismo e xenofobia e insultato, martellato, punito. Guai anche solo a
porsi la domanda se l’obbligo dei vaccini dipenda anche dall’arrivo di
portatori di queste malattie che erano state debellate da tempo in
Italia. Cosa ci resta da fare? Il blocco navale sarebbe la soluzione
migliore, che va alle radici ed evita gli imbarchi, il traffico di umani
e la speculazione di tanti sulla loro pelle; ma non può imporlo il
ministro dell’interno. Dovrebbe essere concertato a livello europeo,
promosso dal Capo dello Stato, dal Ministero della Difesa, dai vertici
delle Forze Armate, magari col via libero della Nato. Dunque è
praticamente impossibile.
La sensazione è d’impotenza e di
assoluto sconforto. Eppure sappiamo che stanno liquidando la nostra
civiltà, il nostro Paese, la nostra vita, in questo delirio di
autodistruzione travestito da pulsione umanitaria.
Proviamo a
salire più in alto e a dare una spiegazione meno contingente a quel che
sta succedendo. Sta avvenendo una rivoluzione dalle implicazioni
catastrofiche. Stanno imponendo l’idea che non esistono più confini tra
stati, popoli, sessi, civiltà, legalità, diritti, desideri. Chiunque è
libero di fare, disfare, andare a vivere dove vuole, nulla può
impedirlo. E chiunque invochi il senso del limite, della misura, della
frontiera, della responsabilità va considerato un delinquente e se cerca
di far valere le leggi e le misure, va processato per crimini contro
l’umanità.
Stiamo in un momento in cui o avviene un ravvedimento,
un ritorno alla realtà, o quantomeno un confronto civile tra posizioni
diverse che non si demonizzano a vicenda ma cercano una soluzione.
Oppure si va verso abissi di guerra civile, scontri immani, e la
frattura tra potentati e popoli diventerà un baratro. Oggi la difesa
dell’Italia e degli italiani è considerata un reato in territorio
italiano.. Marcello Veneziani
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